Possibili significati della crisi da Covid-19

“Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato”
(Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia,Torino, Einaudi 2008)

Le tempeste che stiamo affrontando in questi mesi difficili, di emergenza da Covid-19, fanno emergere crisi di vario genere: sanitarie, organizzative, politiche, endemiche, economiche, relazionali e in definitiva personali.

Le crisi sono spesso snodi fondamentali che precedono mutamenti dovuti all’apertura di nuove prospettive. Si tratta di fasi di transizione e passaggio nelle strettoie sia della propria vita che della storia.

Gli scenari di una crisi aprono infatti a orizzonti simbolici fatti di scelte, spesso drastiche e dolorose, di separazioni tra cosa poter salvare e cosa lasciare definitivamente. La crisi è un setaccio.

Proviene etimologicamente dal verbo greco crino: separare, cernere, in senso più lato, discernere, giudicare, valutare.

La parola greca originaria è sopravvissuta fino a nostri giorni, nella lingua siciliana: u crivu. Uno strumento usato dai contadini per separare il grano dalla pula.

Nelle nostre città lo abbiamo probabilmente visto maneggiare ai muratori che setacciano la terra, lasciando sulla rete le pietre da buttar via, per evitare di compromettere la purezza e la consistenza dell’impasto.

In questi giorni le maglie della rete di questo crino, dovuto al covid-19, sono più strette che mai, ci costringono a pensare e effettuare una cernita necessaria in modo da distinguere ciò che desideriamo davvero, al di là di sovrastrutture alienanti e scelte di compromesso.

Certo non eravamo pronti ad affrontare tutto ciò, ma si può mai dire di esserlo davvero nella vita?

A volte sì, altre volte no, difficile fornire una risposta univoca. In ogni caso però stiamo riuscendo a starci, riscoprendo una forza e una creatività insolita. Ma anche tanta stanchezza e fatica, soprattutto dovuta alle incertezze del dopo.

“Non conosciamo mai la nostra altezza
finché non siamo chiamati ad alzarci.
E se siamo fedeli al nostro compito
arriva al cielo la nostra statura.

L’eroismo che allora recitiamo
sarebbe quotidiano, se noi stessi
non c’incurvassimo di cubiti
per la paura di essere dei re”  (Emily Dickinson)

Tempeste e calamità naturali spesso danneggiano e distruggono implacabilmente, ma a volte fanno emergere nuove forme, modificando sia i territori che chi ci vive, magari lasciando anche affiorare tesori dal mare. Per chi è in grado di notarli, come per tutto.

Ma quali meccanismi ha innescato la crisi covid-19 dentro di noi?

Difficile riuscire a fare un bilancio chiaro ed esaustivo, però già all’orizzonte alcuni tratti iniziano a delinearsi in maniera più chiara. E voglio proporli con positività.

In questi giorni si respira un maggiore desiderio di essenzialità, linearità, priorità: nel lavoro, in famiglia, con gli amici, e nelle relazioni di coppia.

Le inevitabili sofferenze dei momenti difficili della vita, fanno spesso sentire un profondo desiderio di autenticità, distinguendo ciò che è importante da ciò che, distrattamente, si presumeva che lo fosse.

Le chiusure domestiche comprimono lo spazio e il tempo, facendoci muovere verso prospettive interne più chiare, efficaci, nette, precise.

Siamo pronti ad affrontare la realtà ancora più complessa e difficile che ci aspetta fuori? Sentiamo il desiderio di rimetterci in gioco in modo diverso? Determinati e prudenti, con maggior coscienza, gratitudine e con più cuore, evitando il solito rischio di dare tutto per scontato?

Il tempo della crisi è spesso legato anche ai tagli, alle rinunce, alle scelte, alle separazioni, alle pulizie: perdite, riscoperte, bilanci, desideri profondi di autenticità.

È anche un periodo di distacco dalla realtà precedente, per sentire affiorare qualcosa di nuovo, quindi un tempo di maturazione e crescita di aspetti vitali percepiti con maggiore cura. Abbiamo ancora tutto il tempo per pensarlo e soprattutto per sentirlo. Un tempo ritrovato.

I momenti critici della vita portano probabilmente a centrarci di più col proprio sentire, facendo emergere bisogni e desideri trascurati nella precedente routine, passata correndo dietro a chissà che e chissà chi.

Tempo di grandi opportunità quindi, ma anche di grandi rischi: chiudersi in sé stessi, avvolti da rabbia, egoismo, recriminazione o sentimenti persecutori. Corriamo inoltre il rischio di perdere interesse, annichiliti in una realtà di isolamento e chiusura. Il rischio di rinunciare, arrendersi, scoraggiarsi e sconfortarsi. Oppure di reagire in modo eccessivo, incosciente e irresponsabile, facendosi e facendo del male, trovando probabilmente consistenza interna irrigidendosi, accusando, recriminando.

Potrebbe capitare inoltre di anestetizzarsi, spegnersi, a motivo della fatica a tollerare le ambivalenze e i paradossi che caratterizzano la vita: dall’ Odi et amo di Catullo, al doppio significato di rimedio e veleno del farmaco, fino a tutte le contraddizioni che ci disorientano nella vita di tutti i giorni. Un atteggiamento di fuga dalla realtà che potremmo sintetizzare con la frase: «non ci pensare».

La crisi modifica la percezione del tempo e il significato dato alle giornate trascorse in una modalità sospesa e probabilmente sognante, ma che scorrono comunque inesorabilmente, con il solito fare incalzante: ce lo ricordano le ricorrenze, le scadenze, i compleanni, le festività, gli impegni, i ritmi del calendario e della natura, che bucano una realtà fatta da giornate tutte uguali. Ce lo ricorda una luna piena o le giornate più calde.

Siamo più lenti: la quarantena ci ha separati fisicamente dagli altri, ma anche dalle nostre abitudini e certezze. Queste giornate rallentate ci hanno offerto un tempo dilatato che ci permette di notare cose che prima non notavamo: risorse, prospettive interne e relazionali, desideri, sogni. Ma anche rapporti di amicizia, affetti, amore. Stiamo perdendo tante cose, e ne stiamo ritrovando altre, su un altro piano, a un livello simbolico, ma non per questo meno sentito e vivo, anzi. 

La vita pulsa per riprendere a fluire, passando per le maglie ristrette di una crisi che invita a concentrarci sull’essenziale, per un rinnovato e produttivo rapporto con sé stessi e con il proprio tempo, ma soprattutto con gli altri, alcuni dei quali considerati ancora di più significativi.

Probabilmente saremo più discreti, gentili, e disponibili a vivere un contatto più grato e vero con la realtà. Discreto è il participio passato di discernere, e porta il profumo delicato di chi sa leggere al di là di comode apparenze, riuscendo a scindere ciò che è vita da ciò che non lo è.

Sembra infatti che un virus infinitamente piccolo, ci costringa a passare al microscopio aspetti della nostra vita che nemmeno vedevamo.

Coppie che si ritrovano, altre che si lasciano, desiderio di colmare le fratture, propensioni a rimarcare le distanze già precedentemente mal tollerate, rapporti ritrovati e altri messi in quarantena. Un bisogno profondo di dialogo ma soprattutto di silenzio, per aggiustare dentro di sé immagini vecchie che già non esistono più nella realtà quotidiana, aprendo nuove prospettive.

Un’immagine più speranzosa della crisi ci porta inoltre idealmente al crino dei cercatori delle pepite d’oro nei fiumi dei vari Eldorado intrecciati di storia e fantasia.

Gli stati emotivi contrastanti sono tanti, e la stanchezza pure, ma la mente continua a filtrare, soprattutto in vista del dopo, saggiando la possibilità di muoversi meglio in una realtà più incerta di prima, ma ancora più stimolante.

Come spesso accade, anche in questo caso, il proprio approccio alla realtà, può fare la differenza.

Nel frattempo facciamo i conti con la polvere e la confusione, oscillando tra timori e speranze, possibilità e scelta, evitando momentanei compromessi parziali che andavano bene prima, come le situazioni a metà o artificiose, tollerate a malapena, perché oggi più che mai ci stiamo accorgendo di quanto prezioso sia il proprio tempo e la propria vita.

La crisi ci porta inevitabilmente oltre, potremmo provare a leggerla meglio, leggendoci dentro. Il nostro cuore sa tante cose ed è più pronto di noi a lasciarsi lanciare oltre gli ostacoli.

Qualcosa dentro ci dice sempre di seguirlo, come facevamo da bambini, ma spesso lo dimentichiamo.

“La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà,
violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L'inconveniente delle persone e delle nazioni
è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c'è merito.
E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo.
 Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa,
che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”

Albert Einstein, "Il mondo come io lo vedo" (1931)


Warning: Undefined variable $sended in /home/mhd-01/www.salvocattano.it/htdocs/significati-crisi-covid.php on line 175

Contatti

Contatti il Dott. Salvo Cattano


Dott. Salvo Cattano - Riceve in: Via Piave, 3, 95129 Catania CT
salvocattano@yahoo.it | privacy

Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia col n. 5508 dal 24/05/2010, laurea specialistica in Psicologia.

AVVISO: Le informazioni contenute in questo sito non vanno utilizzate come strumento di autodiagnosi.
I consigli forniti via web o email vanno intesi come meri suggerimenti di comportamento.
La visita psicologica tradizionale rappresenta il solo strumento diagnostico per un efficace trattamento terapeutico.

©2016 Tutti i testi presenti su questo sito sono di proprietà del Dott. Salvo Cattano.
Ultima modifica: 23/05/2016